Mindfulness ed alimentazione: mangiare bene con consapevolezza

Sapevi che il cibo influisce sulla nostra vita?

Tutte le ricerche convergono su un punto: l’alimentazione è fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale. Questo, però, non comporta un automatismo che porta sempre a mangiare bene. Quando gli esperti dicono di nutrirsi in modo corretto, e offrono le migliori indicazioni, è come quando un medico dice a un fumatore di smettere di fumare: razionalmente il fumatore sa che fumare fa male, ma non è automatico smettere. È infatti molto difficile riuscire ad attuare un vero cambiamento.

Per arrivare a questo obiettivo la mindfulness è un aiuto importante: coincide con l’«essere coscienti», è una pratica di meditazione «divulgata» negli anni Ottanta da Jon Kabat Zinn, biologo molecolare e creatore del metodo MBSR «Mindfulness-based stress reduction», che si fonda sulla consapevolezza del qui e ora.

La mindfulness, che altro non è che la capacità di concentrarsi sul proprio respiro per trovare un equilibrio tra mente e corpo, è un percorso terapeutico riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale, con un protocollo preciso utilizzato dai terapeuti e dagli specialisti che lavorano con diversi disturbi di tipo comportamentale e alimentare. In generale l’obiettivo è insegnare la consapevolezza «del qui e dell’ora». La meditazione è un allenamento biologico, emozionale, mentale che abbassa il livello di stress e di conflittualità permettendoci di sviluppare una mente libera e concentrata, di migliorare la nostra salute psicofisica, ristabilire un equilibrio emozionale e sviluppare relazioni sane e consapevoli.

Un discorso declinabile in diversi ambiti, tra cui anche l’alimentazione. Tanto che si parla di mindfulness per alimentazione. In questo senso possiamo considerare la meditazione quale «integratore»: mangiare in modo mindful significa introdurre gradualmente elementi della pratica meditativa, con una particolare attenzione al tema della consapevolezza di sé. In sostanza è un modo per incorporare la mindfulness in una delle fondamentali attività della nostra esistenza, l’alimentazione appunto.

Come il cibo influisce sulla nostra vita

La vita frenetica fa sì che, spesso, assumiamo cibo in modo automatico. Questo ci porta a non renderci conto di ciò che mangiamo e, soprattutto, a non vedere più il cibo per quello che realmente è: «benzina» del nostro corpo. Il cibo serve a far funzionare i nostri organi, le nostre funzioni vitali, regola la nostra energia ed è un «farmaco naturale» che ci aiuta a prevenire molte patologie. Il rapporto tra consapevolezza e alimentazione valorizza questo aspetto e ci ricorda qual è il cibo che realmente ci serve e il cibo che, invece, mangiamo perché legato a funzioni diverse dalle nutritive.

Presa coscienza di questo meccanismo, potremo anche decidere di modificarlo. Nel momento in cui avremo compreso che il cibo è la nostra «benzina» e che, pertanto, è un fattore determinante per il buon funzionamento della «macchina», cioè del corpo, sarà automatico porre attenzione a cosa mangiamo e, di conseguenza, migliorare la nostra alimentazione che diventerà più consapevole.

Diventerà, quindi, naturale scegliere materie prime fresche, sane, tracciabili, a chilometro zero, 100% vegetali e bilanciate sulle nostre reali esigenze. Saremo più consapevoli dell’importanza di scegliere cibi ricchi di proteine, fibre e vitamine che possono migliorare la nostra salute, rafforzare il nostro sistema immunitario e favorire il nostro equilibrio psicologico. Un percorso alimentare corretto è il primo passo per stare bene, per essere in salute. E il metodo EarthMeals è la strada per arrivare ad avere un nuovo approccio con il cibo.

La consapevolezza per migliorare l'alimentazione

L’alimentazione sana e corretta dipende dalla capacità di fermarci per godere dei sapori, degli odori e dei colori di ciò che abbiamo nel piatto. L’alimentazione consapevole passa, innanzitutto, dal tempo: significa mangiare più lentamente e dedicare attenzione al momento del pasto e al cibo che stiamo ingerendo. La consapevolezza permettere di facilitare la comunicazione sull’asse «intestino - cervello» e di mangiare meno perché ci sentiamo più sazi e, soprattutto, soddisfatti.

Dedica, pertanto, del tempo al cibo. È un tempo di meditazione perché ti stai concentrando su qualcosa, il cibo, e stai ascoltando il tuo corpo. In questo modo puoi ritagliarti uno spazio che è fondamentale per il tuo benessere e per te. Se sei da sola durante i pasti evita di guardare la televisione o ascoltare la radio. Preferisci il silenzio. Se, invece, sei in compagnia di amici o in famiglia, puoi porre attenzione al cibo condividendo ad esempio pareri sul piatto che state mangiando o confrontandovi su sapori e odori.

Spesso, senza esserne consapevoli, mangiamo per colmare un’emozione, una situazione emotiva, non per un bisogno biologico. Allenando la psicologia dell’alimentazione, invece, possiamo capire meglio le quantità e i tipi di cibo di cui ha bisogno il nostro corpo per nutrirsi correttamente, mantenendo il peso forma corretto.

L’ha dimostrato uno studio dell’Università di Bologna secondo cui le persone sovrappeso hanno un livello inferiore di alimentazione consapevole e livelli più elevati di «binge eating», emotività e insoddisfazione del corpo rispetto alle «mindfulness oriented» (The relationship between eating behavior and psychological distress among overweight and obese people: is there a role for mindfulness? (unibo.it)). Il tempo di qualità è il tempo speso nel migliore dei modi. Anche quando mangiamo.

Cos'è il Mindful Eating

Mindful Eating letteralmente significa mangiare consapevolmente e consiste nel conoscere le caratteristiche dei cibi che stiamo assumendo, godere con tutti i nostri sensi dell’esperienza del mangiare e, di conseguenza, avere un rapporto più autentico e sano con l’alimentazione. La Mindful Eating, attraverso la consapevolezza, è lo «strumento» che permette di capire quale cibo preferiamo, di quale abbiamo bisogno e a distinguere la vera e propria nutrizione dai momenti in cui quell’alimento rappresenta per noi solo emozioni diverse, per esempio il bisogno di affetto o il desiderio di conforto.

Gli psicologi parlano, in questi casi, di «fame emotiva» o «fame nervosa». In altre parole, la mindfulness in alimentazione ci permette di distinguere tra la fame vera e la fame di «altro». La Mindful Eating è una pratica lenta e la lentezza è la chiave per prendere consapevolezza dei reali momenti di fame e di sazietà. In fondo è molto più semplice di come pensiamo. Basta ispirarsi al mandarino, ne parla Thich Nhat Hanh in «Vita di Siddharta il Buddha»: «Non ho dimenticato il mandarino, e così il mandarino è diventato qualcosa di molto reale. Se il mandarino è reale, anche chi lo mangia è reale. Ecco cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza».

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Stefano Bertoli
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