Alimentazione ed epigenetica: tutto quello che serve sapere

«A moment on the lips, a lifetime on the hips», «Un istante tra i denti, una vita sui fianchi». Gli inglesi, famosi per il loro "humor", spiegano così l’importanza dell’alimentazione e di un corretto stile di vita per la nostra salute. Non solo per noi stessi. Le conseguenze dei nostri comportamenti alimentari scorretti, infatti, potrebbero durare per diverse generazioni e avere conseguenze sui nostri figli e, poi, sui figli dei nostri figli. Lo afferma l’epigenetica, che significa letteralmente «in cima alla genetica» e che si occupa delle informazioni stratificate sopra la sequenza di lettere che costituisce il nostro DNA.

Uno studio recente pubblicato sulla rivista «Molecular Cell» ha scoperto in quale modo la dieta influenza il microbioma intestinale, cioè l'insieme dei microrganismi – la maggior parte batteri e lieviti - che vivono nel nostro intestino, e come incide a sua volta sulla trascrizione dei geni nell'intero organismo. Gli autori della ricerca hanno confrontato topi con un microbioma molto ricco e attivo con altri che ne erano privi.

Hanno così scoperto le notevoli differenze che si instaurano nei meccanismi epigenetici, i processi di regolazione dell'espressione genica in molti tessuti e, in particolare, nei tessuti del colon, del fegato e nei tessuti grassi. In seguito hanno messo a confronto il microbioma intestinale di topi nutriti con una dieta equilibrata con il microbioma di topi a cui sono stati somministrati cibi a basso tenore di fibre e carboidrati complessi, ricchi di grassi e zuccheri semplici. Pertanto l’ipotesi che i cibi che mangiamo hanno conseguenze sui nostri geni implica che possano avere un’influenza anche sui geni dei nostri discendenti attraverso il passaggio del DNA.

In termini concreti parliamo di scelte, che facciamo ogni giorno e che trasformiamo in abitudini radicate. Per usare le parole di Filippo Ongaro - medico, autore e divulgatore scientifico - «nutrizione, integrazione alimentare, allenamento fisico e gestione mentale e relazionale sono le leve con cui ottimizzare la propria risposta epigenetica, e moltissimi aspetti di queste aree sono nelle nostre mani».

Epigenetica: una definizione

Il termine «epigenetica» nasce nel 1942. Il primo a utilizzarlo è stato il biologo britannico Conrad Waddington collegandolo allo sviluppo e all'ereditarietà quale relazione fra il patrimonio genetico e l’ambiente circostante. Secondo lo scienziato tedesco Thomas Jenuwein, la differenza tra genetica ed epigenetica può essere paragonata alla differenza tra leggere e scrivere un libro: una volta scritto, il testo (i geni o le informazioni memorizzate nel DNA) sarà identico in tutte le copie, ma ogni lettore potrà interpretare la trama in modo diverso.

Immaginate la sequenza del nostro DNA quale fosse un libro con le «istruzioni» su come costruire il nostro organismo. L’epigenetica è l’evidenziatore usato per sottolineare le parti più importanti e distinguerle dalle altre. L’epigenetica ha permesso di comprendere che il genoma è continuamente rimodellato dalle informazioni provenienti dall’esterno e dall’interno della cellula, anche attraverso modifiche transitorie. È il processo attraverso il quale alcuni geni del nostro DNA vengono attivati o disattivati da un’«esperienza» esterna. I geni si spengono e si accendono a seconda degli stimoli che ricevono e il cibo è proprio uno degli stimoli più potenti. I cambiamenti di origine epigenetica sono reversibili, cioè i risultati a livello epigenetico conseguenti a una modifica di alimentazione possono subire un’inversione di rotta, nel bene e nel male.

Epigenetica legata all'alimentazione

Molti dati epidemiologici e sperimentali evidenziano che una nutrizione scorretta può avere conseguenze per la salute anche diversi decenni dopo, dimostrando che i meccanismi epigenetici sono il collegamento tra gli squilibri nutrizionali e il rischio di malattia. Di fatto gli squilibri alimentari sono i principali determinanti delle malattie croniche, tra cui le malattie cardiovascolari, l'obesità, il diabete e il cancro.

Il DNA, però, non è un destino già scritto. Non è un libro scolpito nella pietra: proprio il cibo può influenzarlo, attraverso le abitudini e i comportamenti alimentari, senza cambiarne il codice, ma migliorandone l’espressione. Questa capacità è particolarmente spiccata nei bambini, ma non si perde del tutto nell’età adulta. La comunità scientifica è concorde sul fatto che esista una relazione molto stretta tra i cibi che mangiamo e le diverse componenti delle nostre cellule, incluso il nostro DNA. È importante compiere delle scelte alimentari giuste. Gli strumenti e le conoscenze le abbiamo. I dati scientifici ci sono. Dobbiamo solo iniziare a nutrirci bene: è il primo gesto di cura che possiamo riservare a noi stessi e alle persone che amiamo.

Come influisce l'alimentazione

L’alimentazione è una via di prevenzione. Ciò non significa, però, che l’unica strada che possiamo percorre per stare bene è la privazione. Anzi, è proprio il contrario. Dobbiamo aggiungere alimenti sani nei nostri piatti di tutti i giorni affinché, nel tempo, si tolgano automaticamente i cibi che danneggiano maggiormente la nostra salute.

Per cambiare stile alimentare si può iniziare ponendosi alcune domande: mangio alimenti integrali? O vario tipologia di cereali? Sono due i fattori che determinano il risultato: l’autocontrollo e l’autostima. È dalla fiducia in se stessi che scaturiscono l’iniziativa personale, la tenacia e l’ottimismo. I cambiamenti positivi nel pensiero sono fondamentali. È dalla mente che nasce la volontà di cambiamento, la determinazione e il desiderio di portare in tavola materie prime fresche, sane, tracciabili, a chilometro zero, 100% vegetali e bilanciate sulle tue reali esigenze.

Non sempre, però, cambiare il nostro approccio al cibo è facile. Viviamo di corsa, sempre più spesso «ostaggio» dei nostri impegni di lavoro e di famiglia. Una condizione che ci spinge a prendere dagli scaffali del supermercato prodotti processati e carichi di conservanti, ma veloci da preparare, e a mangiare male.

EarthMeals può aiutarti a mantenere un fisico sano e, anche, a stimolare dinamiche emotive, relazionali e psicologiche positive grazie a una dieta plant – based tramite il Metodo EarthMeals. Cibi ricchi di proteine, fibre e vitamine che incidono sulla variabilità dell’espressione genetica, oltre ad un’azione diretta dei nutrienti, determinano la composizione del microbiota. Tutto ciò migliora la tua salute, rafforza il tuo sistema immunitario e favorisce il tuo equilibrio psicologico. L’epigenetica è nel tuo piatto. Tutti i giorni.

È ora di compiere la scelta giusta. È ora di scegliere EarthMeals.

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Stefano Bertoli
Founder & CEO

 

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